Microfunghi e macrofunghi? Ecco le differenze

Microfunghi e macrofunghi? Ecco le differenze

I microfunghi possono essere patogeni per l’uomo come la ben conosciuta Candida albicans o l’Aspergillus spp, ma possono risultare anche molto utili per alcuni tipi di produzioni come quella della birra e del pane.

I microfunghi possono essere patogeni per l’uomo come la ben conosciuta Candida albicans o l’Aspergillus spp, ma possono risultare anche molto utili per alcuni tipi di produzioni come quella della birra e del pane.

Da alcuni microfunghi sono state estratte sostanze ad importante azione farmacologica, come la penicillina estratta da Penicillium notatum che ha salvato milioni di persone durante la seconda guerra mondiale o la ciclosporina estratta da Tolypocladium inflatum (forma anamorfa del Cordyceps subsessilis), che ha rivoluzionato il corso del post-trapianto d’organo.

I funghi comunemente conosciuti sono macrofunghi (basidiomiceti e ascomiceti); possono essere commestibili o velenosi, ma formano solo una piccola parte del mondo dei funghi. Il numero di specie conosciute di macrofunghi si aggira attorno a 14.000, ma si stima che sulla Terra vi siano 140.000 specie. Solo il 10% è quindi conosciuto.

Assumendo che i funghi con potenziale farmacologico siano il 5% di tutti i funghi, 7000 specie ancora sconosciute potrebbero costituire un beneficio per la salute umana! Quando parliamo di funghi medicinali ci riferiamo a particolari specie selezionate nei secoli di macrofunghi. Attualmente si conoscono almeno 270 specie di funghi con diverse proprietà terapeutiche (antiossidanti, antipertensive, ipocolesterolemizzanti, epatoprotettive, antifibrotiche, anticoagulanti, antidiabetiche, antinfiammatorie, antivirali, antimicrobiche, antineoplastiche etc.). Più di 50 specie evidenziano attività antineoplastica “in vitro”, 20 sono state studiate clinicamente su modelli umani “in vivo”, tutti sono non tossici e ben tollerati.

Al di là degli studi scientifici che generalmente valutano estratti di particolari sostanze, i funghi sono delle vere e proprie farmacie di sostanze bioattive e possono essere considerati dei veri e propri supercibi. Da tempi immemorabili in Oriente essi realizzano una importante connessione tra dieta e medicina.

Nonostante sia molto popolare l’utilizzo di estratti specifici di funghi per sostenere l’organismo nel recupero da patologie, da lungo tempo esiste una diatriba sull’utilizzo dell’estratto piuttosto che del frutto intero.

A livello naturopatico-costituzionale il fungo intero con la sinergia completa di sostanze è probabilmente la scelta più appropriata.

Come scegliere tra le preparazioni di funghi sulla base della problematica da affrontare?

I funghi ad azione medicinale contengono migliaia di sostanze che operano in sinergia. L’utilizzo degli estratti, ossia lo studio di particolari sostanze separate dalla sinergia, può portare a fraintendimenti interpretativi. Gli estratti acquosi o idroalcolici, o di altro genere (metanolici, …), non contengono tutte le sostanze terapeutiche del fungo, ma solo quelle solubili nel solvente utilizzato. In chimica “il simile scioglie il simile”, quindi tutto ciò che non è solubile non viene estratto e viene perso.

 

“Micoterapia in Naturopatia” Stefania Cazzavillan e Rosanna Pilia